Pubblicato il 14 dicembre 2017 su La Gazzetta dello Sport.

La relazione finale della Commissione disegna un quadro inquietante: “Situazione peggiorata, nelle curve dilaga la criminalità. A Torino ‘ndrangheta intermediaria nel bagarinaggio, a Catania e Napoli capi ultrà appartenenti a cosche”. Le proposte per il contrasto.

I dubbi del tifoso nella vignetta di Gianlorenzo Ingrami.

“La forza di intimidazione delle tifoserie ultrà all’interno del ‘territorio – stadio’ è spesso esercitata con modalità che riproducono il metodo mafioso; unitamente a ciò, la condizione di apparente extraterritorialità delle curve rispetto all’autorità ha consentito ai gruppi di acquisire e rafforzare il proprio potere nei confronti delle società sportive e dei loro dipendenti o tesserati”. È quanto scrive il IX Comitato Mafia e manifestazioni sportive, coordinato dal deputato Marco Di Lello, nella relazione finale, i cui relatori sono la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi e lo stesso Marco Di Lello.
METODI MAFIOSI — “La situazione è ulteriormente aggravata – si legge – dal punto di vista delle società, dalla base sociale delle stesse tifoserie, formate da significativi contingenti di persone pregiudicate, in alcuni casi vicini al 30% del totale, secondo le stime delle forze di polizia. Nelle curve, infatti, l’anarchia nella gestione degli spazi, rispetto ai criteri di assegnazione dei posti dettati dal sistema di vendita dei biglietti, per i tifosi più estremi è anche funzionale a rendere più difficile l’identificazione dei singoli individui, dal momento che viene di fatto impedita la mappatura dei settori dello stadio sulla base dell’abbinamento tra il nominativo dell’acquirente e il posto assegnato dal sistema informatico di prenotazione. I gruppi ultrà sono costituiti, spesso, da soggetti con gravi precedenti penali o, comunque, con storie personali contraddistinte da comportamenti aggressivi e antisociali, pronti a dare luogo a violenze, fuori dello stadio o sugli spalti, contro la tifoseria avversaria o contro le forze dell’ordine, a gesti antisportivi, cori razzisti, impiego di fumogeni o di altri strumenti pericolosi o, più in generale, a iniziative sanzionate dalle norme federali”.

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