di Amalia de Simone. Pubblicato su Il Corriere della Sera il 16 maggio 2018.

Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri: «Se il potere politico dovesse ammettere l’esistenza e la presenza della mafia in Germania, dovrebbe dire anche che c’è da venticinque-trent’anni. E a questo punto è legittimo chiedersi in questi venticinque-trent’anni cosa fatto la politica?».

Kaufen Kaufen Kaufen. Comprare, comprare comprare. E’ la frase chiave di una intercettazione telefonica tra alcuni ‘ndranghetisti all’indomani della caduta del muro di Berlino.Questa conversazione veniva riportata da pentiti e studiosi del fenomeno quasi come se fosse stata una leggenda. In realtà a captarla fu il team di investigatori coordinato da Bernd Finger, per quasi trent’anni a capo della sezione della dedicata al contrasto alla criminalità organizzata della polizia tedesca che segna l’inizio della consapevolezza da parte delle autorità tedesche della presenza mafiosa italiana.

«Abbiamo svolto per anni indagini sulla criminalità organizzata italiana in Germania. – spiega Finger, nominato anche cavaliere al merito della Repubblica Italiana – Ci siamo occupati in particolar modo di ‘ndrangheta e dei loro soldi provenienti dal traffico di droga e da investimenti in immobili. Abbiamo capito che questi soldi sono stati investiti in massa in Germania grazie ad una intercettazione telefonica nella quale si diceva: “Comprare, comprare, comprare”. Si parla degli anni successivi alla caduta del muro, dopo la cessione di compagnie tedesche, nel corso della riunione delle due Germanie. La parola chiave è amministrazione fiduciaria e quindi l’acquisto di proprietà della vecchia Repubblica democratica tedesca e di altri beni che venivano venduti a prezzi molto bassi. Raccogliemmo tutte le informazioni possibili e non avendo all’epoca grandi mezzi e strumenti di collaborazione le consegnammo alle autorità italiane».

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