Pubblicato il 20 gennaio su notiziediprato.it

Due imprenditori di Poggio a Caiano costretti a versare ingenti somme di denaro ai fratelli già finiti nei guai nel 2012 per rapina. L’appello della procura: “Chi sa parli, l’omertà è la precondizione per l’espansione delle attività criminali”.

Per anni puntualmente si sarebbero presentati alla porta degli imprenditori taglieggiati per riscuotere il pizzo. Botte anche di duemila euro a settimana a cui hanno messo fine i carabinieri che nella serata di ieri, venerdì 19 gennaio, hanno arrestato due fratelli calabresi, Vincenzo e Silvano Bartolo, 52 e 49 anni, residenti rispettivamente a Poggio a Caiano e a Carmignano. Già in carcere il figlio del primo, 25 anni, arrestato lo scorso dicembre nell’ambito della stessa indagine. L’accusa è estorsione. Un’indagine lampo, quella del Nucleo investigativo dei carabinieri coordinata dai sostituti procuratori Laura Canovai e Valentina Cosci che hanno chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari i provvedimenti di custodia cautelare.

Due gli imprenditori, entrambi di Poggio a Caiano, tenuti sotto scacco: il titolare di una sala giochi che, secondo gli investigatori, pagava il pizzo addirittura dal 2010 consegnando duemila euro tutte le settimane, e il titolare di una ditta di minuteria metallica che avrebbe cominciato a versare i soldi nel 2014 per un ammontare stimato in centomila euro. Soldi, tanti soldi come dimostrerebbe la macchina di lusso acquistata dalla famiglia e pagata in contanti – raccontano gli investigatori – con i soldi appena incassati dagli imprenditori taglieggiati. Vecchie conoscenze delle forze dell’ordine i due fratelli finiti in carcere, già arrestati nel 2012 per la rapina ai danni di un altro imprenditore.

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