Pubblicato il 16 novembre 2017 su La Gazzetta di Modena.

Il sindacato evidenzia i ripetuti eccessi sottolineando un caso modenese: i lavori all’Orto Botanico ribassati del 62%. La validità del recente protocollo.

Cgil rilancia una volta di più l’allarme sull’eccesso in Emilia Romagna di appalti al massimo ribasso, sulle troppe stazioni appaltanti, sui troppi ribassi anche da parte delle imprese non emiliano-romagnole.

Al di là degli annunci istituzionali, è infatti il sindacato Cgil a indagare in dettaglio in Emilia Romagna il quadro degli appalti e i risultati preoccupano. Tutto questo emerge in una nota diffusa ieri da Franco Zavatti, che è il coordinatore legalità e sicurezza di Cgil Emilia-Romagna.

In primo luogo vengono confrontate le 480 pagine dell’Osservatorio sugli appalti pubblici 2016 dell’Emilia-Romagna con il protocollo firmato il mese scorso da Cgil, Cisl, Uil, Anci e Upi, sulla scia del Testo unico regionale per la legalità. In realtà la realtà dei fatti resta distante dai buoni auspici. L’Osservatorio regionale certifica che «il criterio di valutazione delle offerte è stato nel 72,3% dei casi quello del prezzo più basso e nel 13,6% dell’offerta più vantaggiosa, mentre nel 14,1% degli affidamenti non viene indicato il criterio utilizzato. In particolare il massimo ribasso medio più elevato viene praticato dagli enti della provincia di Ferrara, in media al 21,4%, mentre quelli più contenuti avvengono con gli appalti in provincia di Modena, con ribassi medi al 12,8%». Ma ci sono casi incredibili e preoccupanti: ad esempio, si citano i «lavori di manutenzione all’Università di Bologna con un ribasso del 59,7%, una bonifica a Reggio con un ribasso del 46,1%, una palestra a Rimini con uno sconto del 55%, lavori all’Orto Botanico di Modena ribassati del 62%».

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