Gazzetta di Reggio – 14 giugno 2016

Il contabile della cosca Grande Aracri, Paolo Signifredi, aveva l’incarico di pentirsi  per finta. A chiederglielo, con tanto di minacce esplicite a lui e alla sua famiglia, sarebbe stato il muratore Antonio Rocca, incontrato in carcere dopo l’operazione Aemilia. A raccontare queste presunte trame, che avrebbero avuto la benedizione del boss Nicolino Grande Aracri, è stato lo stesso Signifredi in tribunale che per la cronaca, poi, si è pentito sul serio.

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