di Tiziano Soresina. Pubblicato su La Gazzetta di Reggio il 28 aprile 2018.

Il pentito Valerio dice di essere stato avvicinato da un avvocato mentre era in gabbia: «È un intreccio massonico»

REGGIO EMILIA. Stanno diventando sempre più inquietanti le dichiarazioni del pentito 50enne Antonio Valerio che, dopo aver deposto per oltre due mesi al maxiprocesso Aemilia (dove è anche uno degli imputati “eccellenti”), ora riempie verbali su verbali anche davanti alla Dda di Catanzaro.

Ma le sue parole riportano pesantemente all’aula-bunker di Reggio Emilia, visto che il collaboratore di giustizia parla di intrecci giudiziari-massonici su cui farebbe affidamento la ’ndrangheta, portando anche la sua esperienza personale di quando assisteva alle udienze di Aemilia rinchiuso nella gabbia di sicurezza (quindi prima del giugno 2017, perché da quella data è stato trasferito in una località segreta avendo deciso di collaborare con la giustizia). E il fatto che – da quanto “filtra” – non manchino gli “omissis” in quei verbali, significa che gli investigatori hanno preso molto sul serio alcune affermazioni, facendo partire nuove indagini.

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