di Giulio Cavalli. Pubblicato su Left il 26 dicembre 2017.

L’ultimo regalo è nascosto (male) tra il mazzo di nomine natalizie e richiama la scia di sangue rimasto sulle pareti della scuola Diaz nel luglio del 2001: Gilberto Caldarozzi è stato condannato per i fatti di Genova a tre anni e otto mesi per falso (in via definitiva), ritenuto responsabile della fabbricazione di prove false che sono servite per “coprire” la violenza della Polizia contro ragazzi inermi.

Una condanna odiosa, deprecabile e grave che avrebbe presumibilmente pesato sulla carriera di qualsiasi impiegato pubblico ma che evidentemente non ha frenato la carriera di Caldarozzi che nei cinque anni di interdizione si è occupato da consulente della sicurezza delle banche e poi è entrato nell’orbita di Finmeccanica (del suo ex capo De Gennaro) per diventare nei giorni scorsi il vice direttore tecnico operativo della Direzione Investigativa Antimafia, il numero 2 della Dia.

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