di Antonio Amorosi. Pubblicato il 26 luglio 2018 su affaritaliani.it

Prime condanne per mega organizzazione della ‘ndrangheta in affari con i narcos. Trattavano alla pari. Dietro anche una rete comune di attività commerciali.

Trattavano l’importazione della cocaina con i narcos sudamericani, alla pari e senza remore. Espandendo la loro rete di traffico anche in Campania e Sicilia, data la solidità finanziaria e il potere criminale. La camorra e la mafia non facevano paura. Le operazioni potevano prevedere come merce di scambio, come è stato, anche il sequestro di un emissario dei narcos, rilasciandolo solo ad affare concluso. Pena la morte in caso di fallimento. Il denaro per pagare le grandi quantità di stupefacenti veniva consegnato dai calabresi direttamente a cittadini colombiani e libanesi da anni residenti in Italia e che facevo da tramite.

Si parla dell’operazione “Stammer” per l’importazione anche di 8.000 (ottomila) chili di cocaina. In questi giorni l’inchiesta, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ha portato alle prime condanne (in primo grado) dei presunti esponenti dei clan. Dalla Colombia la coca viaggiava su nave verso l’Italia nascosta dentro i container che trasportavano banane. “Quel carico avrebbe fruttato un miliardo e 600 milioni di euro”, ha spiegato nel gennaio 2017 il generale Gianluigi Miglioli durante la conferenza stampa dell’operazione condotta dal Goa (i reparti speciali della Gdf) di Catanzaro.

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