Pubblicato il 17 novembre 2017 su La Gazzetta di Reggio.

Muto: «Eugenio li chiese a Lamanna che aveva tanti parenti a Reggio». Il sindaco: «Sono calunnie»

REGGIO EMILIA. «Eugenio Sergio era un ’ndranghetista, affiliato direttamente da Lamanna. E fu proprio Lamanna, in occasione delle elezioni in cui Luca Vecchi era candidato a sindaco, che mi disse che Eugenio Sergio gli aveva chiesto aiuto elettorale per Vecchi». Tra le tante dichiarazioni in qualità di imputato ora pentitosi, l’11 ottobre scorso Salvatore Muto tira fuori la storia delle elezioni del 2014 a Reggio Emilia. Una tornata elettorale senza sorprese, quando il testimone di sindaco passò dalle mani di Graziano Delrio a quelle dell’allora capogruppo del Pd, Luca Vecchi, da sempre indicato come successore dell’attuale ministro reggiano. Vecchi vinse senza grandi sforzi e con buon margine.

Muto, però, riporta alla mente le rivelazioni che lui stesso ha sentito a sua volta dalla bocca del suo capo, Francesco Lamanna, boss della locale cremonese del clan Grande Aracri. E spiega: «Lamanna ha molti parenti a Reggio Emilia anche non direttamente appartenenti alla ’ndrangheta. Era molto conosciuto a Reggio Emilia anche in campo ’ndranghetistico proprio per questi parenti che aveva».

Una versione che difficilmente potrebbe trovare una corrispondenza anche a livello di indagine visto il segreto delle urne, che inquieta il primo cittadino di Reggio Emilia, che risponde: «Come è evidente è in atto, da oltre un anno, una campagna di illazioni tendenti a gettare fango non soltanto su un sindaco ma su un’intera città, condotta da soggetti mai conosciuti, men che meno frequentati e con i quali non sono mai intercorsi rapporti di alcun tipo. Da tempo abbiamo scelto di non replicare a simili illazioni e calunnie, riservandoci ogni azione di tutela nelle sedi opportune. Abbiamo piena fiducia nell’azione della magistratura che peraltro ha già fatto piena luce sui fatti di cui si parla e che continuerà, come deve, ad accertare la verità».

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