Gioco d’azzardo

Gioco d’azzardo e mafie: tutti insieme appassionatamente!

Tutte le mafie, fin dagli anni Ottanta, si sono radicate in Emilia Romagna dove hanno trovato un terreno fertile per i loro affari. E tra le attività più redditizie, c’è sicuramente il gioco d’azzardo. Dalle bische clandestine al noleggio di slot machine, dalla produzione di schede contraffatte alla gestione di siti per poker online, camorra, ndrangheta e cosa nostra hanno perfezionato le loro strategie per tenere saldamente in mano il mercato del gioco d’azzardo.

Questo video-doc racconta in tre minuti come si sono evoluti gli affari delle mafie nel gioco d’azzardo, dagli anni Ottanta ad oggi. Una piaga che attraversa tutta l’Emilia Romagna e non accenna a guarire.

La reazione degli enti locali: la legge regionale e i regolamenti comunali.

Di fronte alla piaga del gioco d’azzardo non tutti stanno a guardare: in questo, le istituzioni hanno un ruolo insostituibile.

La regione Emilia-Romagna ha approvato nel 2013 la legge regionale n. 5 (“Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate”) che detta la disciplina quadro in materia di contrasto, prevenzione e riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo. Questa legge, che trovi cliccando qui, prevedeva l’approvazione di una delibera che ne avrebbe chiarito e specificato alcuni aspetti.

Per questo, il 12 giugno 2017 è stata approvata la deliberazione della giunta regionale n. 831 (scaricala cliccando qui), che detta le modalità applicative del divieto alle sale gioco e alle sale scommesse e alla nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito.

Una delle conseguenze della delibera è che tutti i Comuni sono tenuti a realizzare una mappatura dei luoghi sensibili al gioco d’azzardo e ad imporre il divieto di apertura sale scommesse e slot entro 500 metri da quei luoghi.

L’applicazione della legge regionale sarà estremamente complessa e ogni Comune potrà adottare regolamenti sul tema, implementare quelli esistenti, ma anche creare sinergie con rappresentanti delle associazioni di categoria ed altri attori.

Con questa mappa vogliamo iniziare a tenere monitorati quei Comuni che hanno realizzato la mappatura (qui si può scaricare il file con i link ai regolamenti pubblicati). È una mappa ad oggi incompleta e sarà cura di ognuno di noi, e voi che state osservando la cartina, aggiornare (scrivendoci all’indirizzo mafiesottocasa@gmail.com) lo stato di avanzamento dell’applicazione della legge regionale nel proprio Comune.

Parallelamente vorremmo tenere aggiornati e linkati i regolamenti, provvedimenti, le esperienze positive di buon governo che i Comuni attueranno, in modo che ognuno possa studiarli e prenderne spunto.

Per esempio, tra i primi comuni dell’Emilia Romagna a tenere conto della deliberazione della Giunta regionale di giugno 2017, c’è il comune di Casalecchio di Reno. Qui c’è la pagina aggiornata con le iniziative, i provvedimenti e i protocolli che il comune ha adottato per limitare il gioco d’azzardo (nelle affissioni sugli spazi comunali, nei luoghi di lavoro, negli esercizi commerciali).

Il comune di Salsomaggiore, l’USL di Parma, insieme a CGIL, CISL e UIL hanno firmato un protocollo nel quale, dopo una premessa sulle connessioni tra gioco d’azzardo, ludopatia e criminalità organizzata, tra le altre cose, l’amministrazione locale si impegna ad approvare un regolamento in linea con la più recente normativa regionale.

Tante altre buone prassi amministrative di numerosi comuni italiani in materia di gioco d’azzardo sono raccolte sul sito di Avviso Pubblico.

La matematica non è un’opinione: i dati comune per comune.

Grazie – tra l’altro – alla campagna lanciata dal sito vita.it,sono stati pubblicati i dati forniti dai Monopoli di Stato relativi al fatturato del settore giochi comune per comune, provincia per provincia.

Perché per muoversi in un territorio servono mappe, non solo parole. O si cade in trappola. Ci servono mappe economiche aggiornatissime, capaci di fotografare una situazione che ha troppi lati oscuri. Ci servono per calibrare azioni civiche, di aiuto, prevenzione e contrasto. Azioni davvero efficaci. Ecco perché il gesto degli amministratori locali di chiedere quei dati ai Monopoli, con raccomandata o Pec, è stato un segnale forte. Fortissimo. Ha avuto un impatto etico impressionante, che si è fatto sentire.

[…] Anche perché, nel frattempo, la Conferenza Unificata Stato Regioni ha siglato un accordo con il Governo per “il riordino della rete di vendita dell’azzardo” sui territori. Forte di questa spinta, nell’accordo è stato inserito un punto chiaro: i dati sul consumo di azzardo, per ogni tipologia di “gioco”, devono essere forniti a tutti gli enti locali, con cadenza regolare e precisa.

L’Espresso ha reso consultabili questi dati sul sito L’Italia delle slot. Puoi scoprire, per esempio,

  • le giocate annuali pro-capite nel tuo comune
  • il numero di apparecchi installati nel tuo comune
  • la posizione del tuo comune nella classifica dei comuni italiani dove si gioca di più
  • quanto si gioca nel tuo comune in confronto ad un altro comune italiano.

Alcuni comuni, in realtà, mancano ancora all’appello. Ciascuno può dare il suo contributo facendo richiesta ai Monopoli di rendere pubblici i dati. Clicca qui per scoprire come fare in pochi, semplici passaggi.

L’altra faccia dell’azzardo: l’usura.

Purtroppo, molto spesso al gioco d’azzardo è legato a doppio filo un altro settore di attività della criminalità organizzata: l’usura.

L’Eurispes – Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali è un ente privato e opera nel campo della ricerca politica, economica e sociale, dal 1982. Il suo osservatorio sui fenomeni criminali si pone l’obiettivo di fornire materiale conoscitivo, sia attraverso l’elaborazione di dati statistici sia attraverso l’analisi critica delle diverse fenomenologie della devianza.

Rapporto sull’usura 2016