Margherita Bettoni e Sandro Mattioli, esperti di mafie e criminalità organizzata in Germania, hanno pubblicato qui (Spiegel, 21 settembre) il racconto delle prime battute di un processo che ha tutti i numeri per essere considerato un vero e proprio “processo di mafia” in terra tedesca. I due giornalisti seguiranno il processo udienza per udienza.

Considerata la novità della notizia, il coinvolgimento di soggetti di origine italiana legati a diverse organizzazioni mafiose e i collegamenti sempre più numerosi tra attività criminali in Italia e in Germania, abbiamo pensato per i lettori italiani di mettervi a disposizione la nostra traduzione!

Nove imputati davanti la prestigiosa corte di Karlsruhe. L’accusa? Droga, traffico di armi, tentato omicidio. ‘Ndrangheta e Cosa Nostra stanno collaborando in Germania?

Ancora prima di cominciare, il processo per mafia supera già le aspettative: nove gli imputati, 67 i giorni che porteranno alla prima sentenza. Le aule del tribunale di Costanza non sono risultate abbastanza grandi per ospitare i dibattimenti e la ex mensa che si stava ristrutturando appositamente per questo processo non è stata ultimata in tempo, per questo si è deciso di inaugurare l’udienza del prossimo venerdì presso la corte di Karlsruhe.
Perché tutto questo lusso? Perché tra i capi d’accusa ci sono traffico di droga in grande stile, contrabbando di armi da fuoco e a uno degli imputati viene contestato anche il tentato omicidio.

Le telecamere di sorveglianza riprendono i trafficanti a lavoro

L’antefatto ha un che di romantico. Come si può leggere nel mandato di cattura italiano, nel 2016 Massimiliano B. e sua moglie devono partecipare a un matrimonio in Italia. B. viaggia sul furgone del partner d’affari Placido A., ma non appena il suo traghetto attracca al porto di Palermo, B. viene arrestato dalla Guardia di Finanza. Dopo aver smantellato il furgone, gli agenti trovano quello che cercano, una pistola calibro 357 sul sedile posteriore, insieme a svariate confezioni di munizioni. E no: non sono stati degli sconosciuti a introdurle nel veicolo.

I filmati delle telecamere di sorveglianza mostrano l’uomo a Tubingen, nel Baden-Württemberg, dove ha inizio il suo viaggio, mentre nasconde il carico illegale. Nelle registrazioni si sente Placido A. dire all’amico “Qua puoi fare e lasciare quello che vuoi, qua siamo al sicuro”, che risponde scherzando “Ho un sedile esplosivo”.

Il gruppo che ruota intorno a Placido A. era già sotto sorveglianza da molto tempo, non soltanto per il traffico di armi, ma anche per il commercio illegale di droga. Nel 2015 le forze dell’ordine italiane ricevono una dritta dai colleghi statunitensi riguardo a un carico di droga dalla Turchia e durante le indagini si imbattono in un altro presunto gruppo di trafficanti, il cui capo sembra essere proprio Placido A.

Esiste una collaborazione tra Cosa Nostra e ‘Ndrangheta?

L’uomo, originario della Sicilia, si era trasferito in Germania nel 2007 portando con sé un esiguo patrimonio che però col tempo si è trasformato in due ristoranti nella regione del Baden-Württemberg. Le indagini hanno poi portato a sospettare che A. e il suo gruppo di affiliati abbiano trasportato più di 200 chili di marijuana e cocaina attraverso l’Europa, dando così vita al loro giro d’affari. Uno degli uomini della banda dovrà adesso rispondere anche all’accusa di tentato omicidio per una sparatoria avvenuta nel 2017 in una trattoria della zona.
Le indagini fin qui condotte hanno portato a un altro interessante esito: secondo gli inquirenti Placido A. e la sua organizzazione si sarebbero messi in affari con un gruppo criminale albanese che serviva da fornitore di droga. Una volta saltato questo fornitore, gli uomini di A. avrebbero quindi chiesto appoggio agli italiani presenti nella zona di Stoccarda, sospettati di avere legami con la ‘Ndrangheta.

‘Ndrangheta – Vita all’ombra della Mafia

Sarebbero proprio queste quindi le prove di una collaborazione anche all’estero tra Cosa Nostra e ‘Ndrangheta.
Negli ultimi decenni, il potere predominante di Cosa Nostra si è logorato a seguito dei violentissimi atti di sangue tra i suoi clan e alcuni rappresentanti dello stato italiano, che hanno intensificato l’attenzione delle forze dell’ordine e portato a leggi più adeguate contro i reati di mafia. Non solo: la mafia ha perso in quegli anni gran parte del sostegno della popolazione. Da allora la partnership tra i siciliani e i clan dell’altra sponda dello stretto si sono rafforzati.

1500 ore di straordinari per consentire le indagini

In Germania l’appartenenza a una cosca mafiosa non è facile da maneggiare per gli inquirenti in tribunale. Dal punto di vista giuridico è difficile provare che il sospettato faccia effettivamente parte un’organizzazione criminale e, molto probabilmente, non sarà d’aiuto nemmeno il fatto che, in questa sede, si discuterà del primo caso di collaborazione tra la mafia siciliana e quella calabrese in Germania.
Il procuratore competente per la criminalità organizzata a Costanza è Joachim Speiermann, che ha condotto le indagini. Stando alle sue parole, le autorità hanno fatto l’impossibile per questo caso: “Si può fare solo se si ha una squadra molto motivata”. E tra gli impiegati a Villingen c’è chi ha accumulato addirittura 1500 ore di straordinari.
Un processo con così tanti imputati, a cui si sommano gli avvocati di ciascuno, non si era ancora mai visto a Costanza ed è per questo che saranno le aule di Karlsruhe ad ospitarlo inizialmente. Già al terzo giorno la corte si trasferirà sul Bodensee: la ex mensa del tribunale sarà ultimata entro metà ottobre.