Corriere della Sera – 24 marzo 2017
La decisione del Consiglio dei ministri dopo l’inchiesta antimafia che nel giugno 2016 portò all’arresto, per abuso d’ufficio, voto di scambio e traffico illecito di influenze, del sindaco. Gli interessi della cosca calabrese dei Roda’-Casile di Condofuri
«Dovremmo costituirci parte civile e chiedere i danni all’immagine». Nella piazza centrale di Lavagna un gruppo di anziani commenta così lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune, disposto venerdì dal Consiglio dei Ministri, ultimo atto di una vicenda che ha accostato il nome mafia alla cittadina del Tigullio.
Otto misure cautelari
Nel giugno del 2016 la procura di Genova dispone otto misure cautelari, tra questi c’è anche il sindaco Giuseppe «Pino» Sanguineti – eletto con una lista civica vicina al centro destra – con l’accusa di abuso d’ufficio, voto di scambio e traffico illecito di influenze. La cosca locale sarebbe quella Roda’-Casile di Condofuri (Reggio Calabria) i cui rappresentanti sarebbero Francesco Nucera e Francesco Antonio e Antonio Rodà, finiti in carcere. Secondo l’accusa Sanguineti sarebbe stato eletto coi voti dei clan in cambio di favori: dalla gestione dei rifiuti a quella delle attività commerciali abusive. A manovrare tutto, secondo l’accusa, la ex parlamentare in quota Pdl prima e Udc poi ed ex sindaco Gabriella Mondello. Passano pochi giorni e i consiglieri comunali decidono autonomamente di rassegnare le dimissioni facendo così decadere l’assemblea. Alla luce di questo atto, il prefetto di Genova Fiamma Spena incarica un commissario prefettizio, Paolo D’Attilio.
La commissione di indagine
Nel frattempo, come prevede il procedimento, scatta l’accertamento attraverso la commissione di indagine per stabilire se disporre lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose. E così è stato. Il decreto di scioglimento, con validità dai 12 ai 18 mesi (prorogabili a 24 mesi) determina la cessazione dalla carica di tutti i titolari di cariche elettive nonché la risoluzione di tutti gli incarichi ai dirigenti e consulenti nominati dagli organi sciolti. Si dovrà attendere almeno un anno, quindi, per far tornare Lavagna alle urne. Sul fronte giudiziario le indagini non si sono fermate e la scorsa settimana hanno portato ad altri due arresti e a due mandati di arresto per persone già in carcere. La Dda ha evidenziato in questa seconda fase come la `ndrangheta locale abbia investito nelle videolottery di molti locali del Tigullio e abbia praticato tassi da usura a esercenti e impresari edili in difficoltà economiche ricorrendo anche a minacce fisiche.