Fine del 1993, le macerie di Capaci e Via D’Amelio sono ancora fumanti.
Il Parlamento invia in tutta Italia la commissione antimafia.
In Emilia Romagna il relatore è il Senatore Carlo Smuraglia – Partigiano e attuale presidente dell’Anpi.
Abbiamo ritrovate queste carte per caso, incuriositi dal nome del relatore.
La capacità di analisi è straordinaria.
In sedici pagine vi è tutto.
Il racconto della presenza dei Boss: Riina, Leggio, Nuvoletta, Dragone, Badalamenti, il numero di cosche di mafie attive (30), gli ambiti di interesse, la droga, la complicità di banche e colletti bianchi, l’usura già al 10%, il lavoro nero in Riviera, ed il riciclaggio legato al turismo e al cambio di gestione degli alberghi, la “lavatrice” San Marino, Budrio di cui cade l’amministrazione comunale a causa della presenza mafiosa sul territorio, la “pax mafiosa”.
Vi è l’ascolto di tutte le istituzioni (quelle che diranno per i 20 anni successivi che “non sapevano”) e le soluzioni.
Poi quella legislatura finì.
Arrivarono Berlusconi e Dell’Utri.
Arrivò la “trattativa”.
Alcune cooperative scelsero strade facili ed “invasero” senza colpo ferire i grandi appalti del Sud.
Una generazione politica fu messa da parte perché “vecchia”.
Di fatto di quella relazione non restò memoria, delle soluzioni consigliate nessuna traccia, calò il silenzio, furono preferiti “altri interessi”.
Oggi carichiamo questo contenuto come memoria storica e come denuncia nei confronti di una “classe dirigente” di politici, magistrati, prefetti, associazioni di categoria ed ordini professionali (volutamente minuscoli) che tutto sapeva ed ha preferito tacere.
Aemilia, ed altri processi, sono esplosi negli ultimi anni, ma il loro inizio è subito dopo le stragi, ed a delinquere, nel senso più lato del termine, non sono stati solo i mafiosi.
Buona lettura e diffusione.