di Antonio Pisani. Pubblicato il 19 settembre 2017 su anteprima24.it
I pm della Dda di Napoli Maurizio Giordano e Catello Maresca hanno chiesto pene dagli otto ai dodici anni di carcere per i cinque imputati del processo relativo ai lavori di metanizzazione realizzati dalla Cpl Concordia, coop di Modena, in alcuni comuni del Casertano. Il dibattimento è in corso ad Aversa (Caserta) presso il tribunale di Napoli Nord.
In particolare i sostituti antimafia hanno chiesto 12 anni per gli imprenditori Claudio Schiavone e Antonio Piccolo, cui viene contestato il reato di associazione mafiosa; 8 anni è la richiesta invece per gli ex manager della Concordia, Roberto Casari, Giuseppe Cinquanta e Giulio Lancia, accusati di concorso esterno in camorra.
Il processo, la cui sentenza potrebbe arrivare nell’udienza del tre ottobre prossimo, è nato dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Iovine, ex boss del clan dei Casalesi, catturato dopo una latitanza di quasi 15 anni. Nel giugno 2014, Iovine, detto O’Ninno, poco dopo il suo pentimento, iniziò a raccontare di come i Casalesi erano entrati nel lucroso affare dei lavori di metanizzazione che tra il 1999 e il 2003 erano stati realizzati dalla Cpl nel Casertano, in particolare nei sette comuni a più alto tasso di criminalità mafiosa, come Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, Villa Literno, Frignano, San Marcellino e Villa di Briano.
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