Pubblicato su TeleReggio il 5 gennaio 2018.
Questa la motivazione della sentenza del luglio scorso che spiega il perché Pasquale Brescia e l’avvocato Luigi Antonio Comberiati sono stati assolti, a Bologna, dall’accusa di minacce verso il sindaco reggiano
REGGIO EMILIA – Una lettera che poteva provocare turbamento e timore, per i toni, per i contenuti e per la provenienza, ma non un’intimidazione mafiosa. Le motivazioni della sentenza pronunciata nel luglio scorso dal giudice per l’udienza preliminare di Bologna Alberto Gamberini spiegano le ragioni per le quali Pasquale Brescia e l’avvocato Luigi Antonio Comberiati sono stati assolti dall’accusa di minacce nei confronti del sindaco di Reggio Luca Vecchi.
Al centro di questo filone collaterale del processo Aemilia c’è la lettera al sindaco scritta dal carcere da Brescia, imputato per associazione mafiosa, e consegnata da Comberiati al Carlino Reggio. Una critica a Vecchi per non aver difeso la comunità cutrese, secondo Brescia. Un chiaro tentativo di intimidazione aggravato dal metodo mafioso, invece, secondo la Dda di Bologna, che aveva chiesto la condanna di Brescia e Comberiati.
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