Pubblicato su RiminiToday il 27 marzo 2018.
Dall’introduzione della legge Rognoni-La Torre nel 1982 e della ‘confisca allargata’ nel 1992 al 31 dicembre 2017 lo stock dei beni sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata in Italia è di 30.360 immobili, di cui 13.140 destinati e 17.220 in gestione all’Agenzia per i beni confiscati, e di 3.874 aziende (di cui 2.894 in gestione e 890 destinate). E in Emilia-Romagna i numeri parlano di 471 immobili in gestione e 122 assegnati, oltre ad 88 imprese gestite dall’Agenzia.
Questi i dati forniti alla platea di studenti delle scuole superiori e universitari di Bologna, nel corso dell’incontro tenutosi oggi a Fico-Eataly World nell’ambito delle ‘Lezioni per la generazione Z’ promosse dalla Fondazione Fico, dal direttore dell’Agenzia, ed ex prefetto di Bologna, Ennio Mario Sodano. Per spiegare lo squilibrio tra le aziende in gestione e quelle assegnate, Sodano sottolinea che “la stragrande maggioranza è composta o da società che esistono solo sulla carta, o da aziende che sopravvivevano grazie al potere intimidatorio della mafia, ma che da sole non sono in grado di stare sul mercato”.
Secondo le stime dell’Agenzia, aggiunge il prefetto, “quelle vere sono circa 500, e in molti casi funzionano bene, anche se il loro panorama è talmente vasto che non si può pensare di farle gestire in esclusiva a un’Agenzia di 90 persone”. Da qui la decisione, spiega Sodano ai cronisti a margine dell’evento, di sviluppare “una sinergia con gli Enti locali e lo Stato”, come nel caso della “discussione intavolata con il ministero dello Sviluppo economico su alcune aziende ‘strategiche’ che, secondo noi, devono essere tutelate dagli Enti preposti” o del “protocollo siglato a gennaio con Agea e con il ministero delle Politiche agricole”.
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