di Francesco Dondi. Pubblicato su La Gazzetta di Modena il 17 luglio 2018.
Cavezzo. Cinque denunce tra proprietari superficiali e imprenditori consenzienti. Piani della sicurezza assenti e operai contigui alla malavita trovati al lavoro.
CAVEZZO. A metà marzo un imponente controllo dei carabinieri a Ponte Motte sancì gli affari in paese della criminalità organizzata, alla pari del blitz di ottobre quando nei guai finirono il titolare di un’impresa edile – un napoletano residente a Mirandola – perché il cantiere era sprovvisto del piano operativo di sicurezza e il titolare di un’impresa che svolgeva lavori in appalto in quanto un operaio alle sue dipendenze – un napoletano di 48 anni residente a Bastiglia – era impiegato in nero. Tutte verifiche collegate agli affari di Giuseppe D’Onghia da tempo nel mirino degli investigatori.
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