Pubblicato su Il caffè geopolitico il 10 dicembre 2024.
In 3 sorsi – Dalla transizione post-comunista alle infiltrazioni della ‘Ndrangheta, la Slovacchia è al centro di un pericoloso intreccio di crimine organizzato, corruzione politica e debolezze istituzionali, rivelando le fragilità dell’Europa nella lotta al malaffare transnazionale.
1. FICO INCARNA LE TENSIONI IRRISOLTE DI UN PAESE SOSPESO TRA PASSATO E PRESENTE
Robert Fico, tornato al Governo nel 2023, sfugge alle classificazioni facili: un mix di conservatorismo sociale, nazionalismo e ideali di sinistra, inconcepibile se guardato attraverso le lenti della cultura politica occidentale, ma tipico dell’Est-Europa post-1989. Ex membro del Partito Comunista Cecoslovacco, fonda nel 1999 il partito Smer (Direzione Socialdemocrazia), che presto diventa il perno del potere politico slovacco. Nel 2018 è premier per la seconda volta, quando l’omicidio del giornalista Ján Kuciak, che indagava sui legami tra criminalità organizzata e Governo, scuote a tal punto il Paese da indurlo alle dimissioni.
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