di Silvia Buonomano. Pubblicato su La7 il 19 febbraio 2025.
Lo stupefacente era nascosto anche in uno Sprar della capitale.
Uno spaccio internazionale di stupefacenti. In partenza dall’Albania, poi via mare con scafi in Italia. Infine transitava dalla autostazione di Roma Tiburtina e sfruttava migranti di un centro per richiedenti asilo come corrieri. È uno degli aspetti più inquietanti di una complessa inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che oggi ha portato a 27 arresti, ultima tranche di un’attività di indagine più complessa partita nel 2018.
Il traffico di droga, per lo più marijuana, vedeva una stretta collaborazione tra mafia albanese e nigeriana. La prima faceva partire centinaia di chili di stupefacente dal porto di Valona facendoli entrare in Italia via mare, attraverso le coste pugliesi. Il carico veniva poi portato a Roma con veicoli a noleggio o intestati a prestanome. Qui entrava in gioco la mafia nigeriana, che si occupava di distribuire la droga sul mercato finale.
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