di Sara Donatelli. Pubblicato il giorno 8 settembre 2017 su antimafiaduemila.com
E’ la notte tra il 27 e il 28 gennaio 2015 quando viene portata a termine la più grande operazione antimafia mai registrata in Emilia Romagna, sfociata poi nel primo maxi processo contro la ‘ndrangheta nel nord Italia: il processo Aemilia, che conta sul banco degli imputati 218 persone. 71 optano per il rito abbreviato, 147 per il rito ordinario. Il primo grado di giudizio del rito abbreviato si conclude il 22 aprile 2016.
A presiedere la Corte, il GUP Francesca Zavaglia che condanna 58 imputati, assolvendone 12, (un patteggiamento), infliggendo un totale di 305 anni di pena detentiva. Le motivazioni vengono depositate nell’ottobre 2016 in seguito alle quali, agli appelli dei difensori dei condannati, si aggiungono diciassette impugnazioni totali o parziali da parte della DDA.
Se il primo grado del rito ordinario è ancora in corso presso l’aula bunker del tribunale di Reggio Emilia, il rito abbreviato sta arrivando adesso alla conclusione del secondo grado di giudizio. La Terza sezione penale della Corte d’appello di Bologna, presieduta da Cecilia Calandra, durante l’ultima udienza ha infatti annunciato l’inizio della camera di consiglio che terminerà con il pronunciamento delle sentenze tra pochi giorni.
L’accusa, in questo caso, è rappresentata da una squadra di quattro magistrati. In appoggio ai due sostituti procuratori generali Umberto Palma e Nicola Proto, sono stati affiancati i PM Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, già presenti durante il primo grado di giudizio. Di seguito proveremo a spiegarvi chi sono gli imputati del rito abbreviato del processo Aemilia, l’esito dello loro iter processuale durante il primo grado di giudizio e cosa rischiano in questo processo d’Appello.
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