di Enrico Lorenzo Tidona. Pubblicato su La Gazzetta di Reggio il 14 marzo 2018.
Bolognino, Sarcone e i fratelli Vertinelli passano al rito abbreviato. Iaquinta e altri 8 continuano invece con il dibattimento.
REGGIO EMILIA Durante un’udienza affollata di avvocati e imputati, il processo Aemilia ha intrapreso definitivamente il suo nuovo corso. Dalla prossima udienza, fissata il 20 marzo, prenderà il via un processo su due binari paralleli. Ben 25 dei 34 imputati accusati di essere membri dell’associazione di stampo ’ndranghetistico(reato principale dell’intera inchiesta), hanno scelto di proseguire con il rito abbreviato, colpo di scena reso possibile dopo l’integrazione del capo di imputazione da parte della procura, che ha aggiornato il reato fermo al 2015 fino ai giorni nostri.
Tra questi ci sono figure centrali come il faccendiere Michele Bolognino, il fratello Sergio, Gianluigi Sarcone (considerato il nuovo reggente della cosca reggiana dopo la carcerazione al 41bis del fratello Nicolino), i due pentiti Antonio Valerio e Salvatore Muto, i fratelli Vertinelli (considerati la cassaforte al nord della cosca Grande Aracri), alcuni esponenti della dinastia dei Muto, fino a Pasquale Brescia, costruttore e imprenditore tra i più inseriti nella società reggiana. Resta invece fuori Giuseppe Iaquinta, altra figura chiave del processo, che ha scelto insieme ad altri 8 imputati di proseguire con il dibattimento.
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