di Paolo Bonacini. Pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 7 aprile 2018.
Alfonso Paolini, accusato di appartenere alla cosca emiliana e attualmente a piede libero, rende noto un nuovo presunto legame (il terzo, seppur solo presunto al momento) tra Maria Sergio, consorte del primo cittadino dem, e personaggi che debbono rispondere di appartenenza all’associazione mafiosa. Gli altri due legami sono quelli con Antonio Valerio, collaboratore di giustizia del processo (hanno zii in comune) e con Eugenio Sergio, accusato come gli altri di 416 bis (sono figli di cugini).
Nuova grana dall’aula bunker dove si celebra il processo Aemilia per Maria Sergio. La moglie del sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi del Pd, era stata già chiamata in causa in passate udienze per le sue parentele con imputati eccellenti del procedimento sulla ‘ndrangheta. Questa volta è l’imprenditore di 65 anni Alfonso Paolini, accusato di appartenere alla cosca emiliana e attualmente a piede libero, a citarla nella sua dichiarazione spontanea resa giovedì 5 aprile in aula. “È cugina di mia moglie” dice, rendendo noto così un nuovo legame (il terzo, seppur al momento solo presunto) tra Maria Sergio e personaggi che debbono rispondere di appartenenza all’associazione mafiosa. Gli altri due sono quelli con Antonio Valerio, secondo collaboratore di giustizia del processo (hanno zii in comune) e con Eugenio Sergio, accusato come gli altri di 416 bis (sono figli di cugini).
Ma i problemi per Maria Sergio non si limitano a queste parentele divenute note solo a processo in corso con le dichiarazioni degli imputati. Alfonso Paolini parla infatti di lei in merito alle elezioni amministrative del 2014: “Anche per Vecchi ho dato il voto signor Presidente. La moglie del sindaco la conoscevo già quando studiava ‘sta ragazza. Non mi ha mai chiesto niente. Poi mi ha chiesto il voto, e ho detto vabbè, ti do il voto. Uno vale l’altro”. Perchè Paolini sostiene di essere “un venduto”. Di avere dato “voti a tutti”. Tanto che il presidente del collegio Francesco Maria Caruso gli chiede: “Ma quanti voti poteva dare lei?” E Paolini risponde: “Mah…60 o 70. Noi in famiglia siamo in tanti e abbiamo anche gli operai.”
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