Pubblicato su La Gazzetta di Modena il 16 giugno 2017.
La Finanza mette i sigilli a villa, case e rimesse tra Mirandola, San Felice e Massa. Valore: 1,4 milioni.
«La continuità di frequentazioni e comunanza di interessi legati ad attività illecite con referenti in provincia di Modena del clan Schiavone di Casal di Principe, compreso Pasquale Perrone». È una delle motivazioni per cui la Prefettura di Modena, dopo l’istruttoria del Girer, negò l’iscrizione alla white list del sisma alla sua impresa. Giuseppe D’Onghia, nel frattempo, era dato per vicino a sodalizi calabresi e campani e in un’informativa venne segnalato quale affiliato al clan calabrese “Fortugno”. Nello stesso documento si evidenziava la frequentazione di noti pregiudicati, di locali pubblici e bische oltre che un tenore di vita spropositato rispetto alla sua attività edile.
È proprio la sproporzione tra quanto dichiara l’imprenditore edile di origini campane e il suo stile di vita ad aver acceso un nuovo riflettore da parte della Procura di Modena, che ha ottenuto il sequestro di 1,4 milioni di euro.
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n.d.r. Non è la prima volta che si legge di Giuseppe D’Onghia sulle cronache locali. Vedi ad esempio questo pezzo del 2013, quando D’Onghia era già stato coinvolto in un’indagine sul clan Moccia, o questo del 2015, che riguarda l’esclusione della Diana s.r.l. dalla white list.