Gazzetta di Modena – 30 maggio 2013 –
I fratelli Santo e Domenico Querulo si erano trasferiti dalla Sicilia alla frazione dove lavoravano come muratori
Arrestati in piena notte, in una casa colonica di Cortile dove avevano da qualche tempo preso la residenza. Si tratta di Domenico e Santo Querulo, 44 anni il primo, 35 il secondo, indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ai fratelli catanesi è contestata anche l’aggravante di avere agevolato il clan mafioso Cappello-Bonaccorsi di Catania. L’ordinanza di carcerazione emessa dalla procura siciliana riguarda altre 15 persone che gravitavano nell’area compresa tra Napoli e appunto Catania.
Il blitz della notte tra martedì e mercoledì è stato effettuato dagli uomini del commissariato di Carpi in collaborazione con la squadra Mobile di Modena e Catania. Le due ordinanze di custodia cautelare in carcere, come abbiamo detto, sono state emesse dalla Procura Distrettuale di Catania. Gli arrestati, secondo l’accusa, sono due elementi di spicco della criminalità organizzata che a Carpi svolgevano attività di muratori.
L’organizzazione di trafficanti di droga, in passato, era stata guidata da Sebastiano Fichera, assassinato in un agguato di mafia. A lui erano poi succeduti, secondo gli inquirenti, Antonio Aurichella, 33 anni, e i fratelli Santo e Domenico Querulo, rispettivamente di 35 e 44 anni. Ai tre la procura ha contestato l’aggravate dell’articolo sette, cioè il favoreggiamento di Cosa Nostra, perché, come detto, ritenuti affiliati alla cosca Cappello-Carateddi. Secondo quanto è emerso nel corso delle indagini, i catanesi avevano tentato di estromettere i campani del cartello di Secondigliano nell’acquisto delle partite di cocaina provenienti dalla Spagna. La penisola iberica era solo una tappa del narcotraffico, che partiva dal Sudamerica. È stato accertato che a Catania arrivavano 30 chili di cocaina pura ogni 15 giorni, droga che veniva acquistata ad un prezzo variabile tra i 43 e i 47 mila euro al chilo. La droga serviva a rifornire il mercato catanese e veniva tagliata con la percentuale di uno a tre: i chimici triplicavano il peso finale della cocaina.
Gli altri provvedimenti restrittivi sono a carico di Antonino Aurichella, di 33 anni, di Catania, già detenuto; del napoletano Antonio Carbone, di 50 anni, già ai domiciliari; Rocco Saverio Lo Sasso, 64 anni, di Salerno, già detenuto; Federico Sepe, di 37 anni, di Melito di Napoli; Gianpaolo Chianese, 33 anni, Napoli; Errico Di Palma, di 29 anni, di Napoli; Gaetano Bagnato, di 30 anni, di Catania; Giuseppe Bosco, di 35, di Catania; Gennaro Daniele, di 34, di Napoli; Maurizio Feleppa, di 53 anni; Concetto Anthony Gagliano, di 23 anni, di Catania; Antonio Parisi, di 42 anni; e Giuseppe Soriato, di 41 anni, di Mugnano di Napoli.
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