di Luca Muleo. Pubblicato su Il Corriere Bologna il 10 ottobre 2024.
Le accuse della Guardia di Finanza al «metodo criminale» del gestore di cinque ristoranti, arrestato per riciclaggio di denaro di ‘ndrangheta e camorra.
Si faceva chiamare lo sceicco. E nelle foto scattate sui social, oro al collo e ai polsi, selfie in barca e auto di lusso, Lamborghini e Porsche dai colori sgargianti che non passavano inosservate, provava a somigliargli. A Omar Mohamed piacevano occhiali e abiti eleganti, i tatuaggi e i posti più in, come quelli che aveva aperto in zone strategiche della città. Secondo il gip Domenico Truppa tutta la sua attività era tesa al «perseguimento, a qualsiasi costo, dell’ingiusto profitto».
Descritto come «estremamente aggressivo e aduso alla violenza», la sua ascesa era stata decisamente rapida. La prima società, la Gioka srl con cui mette piede dentro al Dlf, la apre nel 2014. È nel 2016 che finisce nel mirino della magistratura. Lo accusano, all’interno dell’inchiesta «Ragnatela», indagine nata attorno a una struttura ospedaliera di Porretta Terme, di tentata estorsione, un pestaggio all’interno del Dlf.
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