Tre nigeriani arrestati per tratta di esseri umani, immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. La minorenne vittima dell’incantesimo doveva restituire 35 mila euro.
BOLOGNA La promessa di un lavoro come colf in Italia per aiutare la famiglia in Nigeria, poi il famigerato rito animista ‘juju’ per assoggettarla e farle credere di essere costretta a rispettare l’accordo. In questo modo, una 17enne nigeriana orfana di padre era stata portata in Emilia da una organizzazione specializzata nella tratta dei migranti e nello sfruttamento della prostituzione.
Lo ha scoperto la squadra Mobile di Bologna, che ha dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere (chieste dal Pm Stefano Orsi e firmate dal gip Letizio Magliaro) nei confronti di due sorelle nigeriane, Mabel Ohionmwonbar e Mary Odia, 24 e 36 anni, e del connazionale Frank Agbai, 38.
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Se vuoi approfondire, scarica il dossier sulle mafie straniere qui. Alle pagine 13 e 14 riportiamo il racconto di una vittima della tratta.