‘Ndrangheta: otto ordinanze di custodia cautelare nell’inchiesta del Ros. Coinvolti anche due agenti penitenziari. Il pentito: “I telefoni in cella forniti dalle guardie”
Bologna, 10 novembre 2017 – Hanno rispettato le ‘regole’ impartite dai boss all’interno del carcere Dozza, picchiando selvaggiamente un altro detenuto che, invece, non ne voleva sapere di farsi sottomettere dai ‘padroni’ dell’ ‘ndrangheta. A loro, i militari del Ros, sono arrivati grazie ad un collaboratore di giustizia, scoprendo in questo modo l’esistenza di una gerarchia criminale all’interno del penitenziario. Sono stati arrestati all’alba di oggi due campani di 30 e 47 anni, residenti uno in città e l’altro a Bomporto coinvolti nella più vasta operazione condotta appunto dai militari del ROS e dai Comandi provinciali di Bologna, Modena e Reggio Emilia, che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Bologna, su richiesta della procura distrettuale Antimafia, nei confronti di 8 indagati, tra cui i due ‘radicati’ nel nostro territorio.
Quattro di questi devono rispondere di violenza privata e lesioni aggravate dalle modalità mafiose e gli altri quattro, tra cui due agenti della penitenziaria e due magrebini, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti tra le celle.
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