di Francesca Devincenzi. Pubblicato su parmapress24.it 23 maggio 2017.
Agguato mortale nel quartiere della Zisa, a Palermo. Giuseppe Dainotti, 67 anni, capomafia scarcerato nel 2014, è stato freddato con alcuni colpi di pistola alla testa mentre si trovava in bicicletta. I killer, arrivati in moto, sarebbero stati due. La mafia è tornata ad uccidere alla vigilia delle commemorazioni in città per i 25 anni dalla strage di Capaci.
L’agguato è avvenuto a 30 metri da uno dei due ingressi dell’istituto Sant’Anna che ospita la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. L’istituto è gestito dalle suore. A 50 metri dal punto dell’agguato sorge invece il comitato elettorale di Paolo Porzio candidato al consiglio comunale nella lista “Palermo 2022”.
Quello di Giuseppe Dainotti è un nome importante negli organigrammi mafiosi. Boss del mandamento di Porta Nuova, fu condannato per omicidio e per la rapina miliardaria al Monte dei Pegni nel 1991. Venne scarcerato, nonostante la condanna all’ergastolo, grazie a una sentenza della Corte Costituzionale che bocciò il cosiddetto “ergastolo retroattivo”, giudicando illegittima una norma che, in determinati casi, consentiva retroattivamente l’applicazione del carcere a vita anziché quella della pena più favorevole dei 30 anni. La Cassazione, in forza del verdetto, dovette commutare in 30 anni diverse condanne all’ergastolo, tra cui quella di Dainotti. Che nel 2014 fu liberato per espiazione della pena.
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