Pubblicato su “Forlì Today” il 15.04,2020
Una paga da un euro l’ora e un materasso in uno sporco casolare: 4 arresti per il caporalato in Romagna
„ Sfruttamento della manodopera e caporalato si rivelano ancora una volta una piaga del lavoro in agricoltura, non solo nel Sud Italia ma anche in Romagna e nel suo comparto agricolo avanzato. La Squadra Mobile della Questura di Forlì ha eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere al termine di un’indagine, partita lo scorso settembre e durata fino a febbraio, coordinata dal pm Francesca Rago, che ha visto la collaborazione di ispettori dell’Ispettorato del Lavoro, dell’Inail e della Polizia Locale, quest’ultima ha dato il supporto del drone, che ha permesso di riprendere l’effettiva attività nei campi che ai lavoratori sfruttati rendeva, è quanto si stima, appena un euro l’ora.
Sono 45 le persone, in gran parte richiedenti asilo e tutti pachistani o afgani, passati tra le “grinfie” dei quattro arrestati, anche loro pachistani, due di 44 anni e altri due di 22 anni, reperiti e portati in carcere in Romagna, a Carpi e in provincia di Treviso. L’indagine, guidata da Mario Paternoster, dirigente della Squadra Mobile forlivese, ha monitorato l’impiego di questi lavoratori in 6 aziende agricole di Forlì, Castrocaro, in provincia di Forlì, San Clemente e San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini e a Bagnara di Romagna in provincia di Ravenna. Proprio Bagnara era la “base operativa” dei caporali, ed in particolare un casolare agricolo isolato dove venivano ricoverati e isolati i lavoratori sfruttati. Questi percepivano 250 euro al mese a testa, di cui però 200 trattenuti per il vitto e l’alloggio, un alloggio fatiscente costituito da un materasso in terra e servizi sporchi e insufficienti, per esempio neanche la disponibilità dell’acqua calda o cibo a sufficienza
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