Decine di lavoratori sfruttati e costretti a lavorare in condizioni degradanti, aprofittando del loro stato di necessità e bisogno. Per la prima volta la Procura di Modena applica la legge sul caporalato nel settore delle carni, indagando quattro persone e nominando un amministratore giudiziale per permettere alle persone di continuare a lavorare. L’intervista a Umberto Franciosi, segretario della Flai Cgil dell’Emilia Romagna.
di Alessandro Cannella. Pubblicato su radiocittàfujiko il 22 ottobre 2018.
Decine di lavoratori sfruttati, sottopagati e “costretti a lavorare in condizioni degradanti” nel settore della lavorazione delle carni, ancora una volta in provincia di Modena. Su richiesta del procuratore Lucia Musti, il gip del tribunale di Modena (Andrea Romito) ha eseguito il 15 ottobre un provvedimento di “controllo giudiziario delle aziende” nei confronti di cinque società con sede nel territorio. Alla fine dell’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Di Giorgio, risultano quattro le persone indagate, anche per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (ex articolo 603 bis del codice penale): è emersa quindi una vera e propria “filiera di somministrazione ed utilizzo di manodopera”, composta da aziende tra loro direttamente collegate.
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