Di Ambra Montanari e Sabrina Pignedoli, pubblicato su “L’espresso” il 21.03.2019
“Il capoclan aprì negozi e capannoni in Germania un momento prima dell’apertura della frontiera con la DDR – racconta un pentito –. Dopo il crollo del muro di Berlino si lanciò sui mercati della Germania Est, avendo come base la stessa Berlino”.
‘Ndrangheta, Cosa Nostra, Camorra si sono date appuntamento a Berlino per la caduta del muro. Dalla notte del novembre 1989, in cui i berlinesi dell’est si riversarono a ovest, le maggiori mafie italiane, invece, si spostano a est. Investono in modo massiccio i capitali mafiosi in imprese legali, alterando le leggi del libero mercato. Un mosaico cominciato trent’anni fa, e ora ricostruito da questa inchiesta giornalistica realizzata con il patrocinio europeo di Journalismfund, non profit che ha come obiettivo quello di promuovere e gestisce progetti di giornalismo investigativo cross border.
«Arrivavano con valigette piene di contanti, volevano comprare edifici e terreni agricoli. I funzionari la ritenevano una cosa curiosa, ma non era nulla di illegale all’epoca – ricorda Bernd Finger ex investigatore capo della BKA, l’ufficio federale della la polizia criminale.- All’epoca non ci furono indagini, nulla di quello che veniva registrato era illegale».
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