di Gianfranco Salvatori.
Pubblicato su Il Piacenza il 01/3/19
In Emilia Romagna, l’elevata propensione imprenditoriale del tessuto economico regionale è uno dei fattori che catalizza gli interessi della criminalità organizzata, sia autoctona che straniera, anche ai fini del riciclaggio e del reinvestimento in attività economiche dei profitti illeciti». E’ l’incipit della parte relativa all’Emilia Romagna, contenuta nella relazione del ministero dell’Interno al Parlamento, dell’attività della Direzione investigativa antimafia da gennaio a giugno 2018. E il quadro che ne esce non è del tutto rassicurante. Un quadro che, se esteso all’intero Paese, mostra un predominio fortissimo in alcune zone che genera guadagni per decine di miliardi, snaturando l’economia, corrompendo la politica – che in realtà non fa molto per affrancarsi – e arrivando a porsi come contraltare dello Stato, soprattutto dove la crisi è più forte.
Nella relazione, il nome di Piacenza spunta più volte legato alle infiltrazioni di ‘ndrangheta, soprattutto, e mafia. Anche se non manca l’interesse del nostro territorio di organizzazioni criminali straniere.
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