Pubblicato su Il Resto del Carlino il 17 dicembre 2024.

Negli ultimi 10 anni secondo lo studio della Cgia.

Il volume d’affari annuo delle mafie italiane si aggira attorno ai 40 miliardi di euro l’anno, una cifra spaventosa che vale praticamente due punti di Pil. Se effettuiamo una comparazione puramente teorica che, tuttavia, ci consente di dimensionare la portata del fenomeno, il fatturato dell’industria del crimine risulta essere ipoteticamente al quarto posto a livello nazionale, dopo quello registrato dall’Eni (93,7 miliardi), dall’Enel (92,9) e dal Gestore dei servizi energetici (Gse, con 55,1 miliardi). A dirlo è l’ufficio studi della Cgia, l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre che posiziona la nostra città al 68esimo posto della graduatoria delle realtà italiane, che vede leader Napoli, Roma e Milano e con Bologna (14esima) prima della nostra regione. Nel calderone sono state inserite le attività illegali ascrivibili a Camorra, Cosa Nostra, N’drangheta, Sacra Corona Unita, Mafia nigeriana, organizzazioni criminali provenienti dall’Europa dell’est.

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