di Fabio Viganò. Pubblicato su BergamoNews il 19 giugno 2024.

Il dettaglio contenuto nella relazione semestrale dell’Antimafia: dipendente in un’impresa specializzata nel trattare materiali ferrosi, aveva un permesso di soggiorno per protezione speciale ottenuto con nome falso. Negli atti di un’inchiesta di Torino è ritenuto il vertice del cult “Eiye Confraternity” con il ruolo di World Ebaka, capo nazionale.

Che la mafia nigeriana sia una delle organizzazioni criminali straniere più presenti in Italia e che negli ultimi anni abbia aumentato il suo giro d’affari, non è una novità. Può sorprendere, invece, il fatto che il presunto boss di un clan tra i più potenti e pericolosi avesse messo radici proprio a Bergamo. E che lavorasse per una ditta della provincia, specializzata nel trattamento di materiali ferrosi. È uno dei passaggio più interessanti contenuti nell’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) relativa ai primi sei mesi del 2023. Il riferimento è all’inchiesta ‘Birdman’ della Polizia di Stato di Torino, culminata il 28 marzo nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 16 soggetti affiliati al cult degli “Eiye Confraternity”, il cui simbolo è un volatile mitologico raffigurato nell’atto di catturare una preda, o peggio come un rapace con un cranio umano tra gli artigli.

“Dagli atti dell’inchiesta – si legge nel rapporto della Dia – assume particolare rilevanza la posizione di un indagato residente in provincia di Bergamo e in possesso di un permesso di soggiorno per protezione speciale ottenuto con nome falso. Dipendente di una ditta di trattamento dei materiali ferrosi, sarebbe risultato al vertice del citato cult con il ruolo di World Ebaka, Capo Nazionale”. Insomma, un pesce grosso che in Bergamasca si era costruito la sua “copertura”. E che, secondo gli investigatori, era il tramite con i leader in Nigeria, direttamente incaricato della gestione dello spaccio, delle nuove affiliazioni e di fare rispettare le regole (a chi sgarra, se va bene, possono essere inflitte severe pene corporali; se va male, può essere ucciso).

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