di Roberto Galullo. Pubblicato il 31 maggio 2017 su ilsole24ore.com
Poche righe a pagina 18 nel paragrafo “Lavoro e crescita” valgono come una spinta sull’acceleratore delle cose da fare. Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nelle sue considerazioni finali, quelle righe le ha riservate per sottolineare che le riforme non bastano «se rimane diffusa la presenza di imprese che ottengono margini di profitto con comportamenti illegali, con l’evasione fiscale e con la corruzione. Tali pratiche distorcono la concorrenza e limitano le risorse da investire in infrastrutture e servizi utili alla collettività e progetti a maggior valore aggiunto. L’illegalità, in tutte le sue forme, è fonte di ingiustizia, è causa di minor benessere economico».
Quel che Visco ha accennato trova maggior spazio nella relazione annuale sul 2016. Ebbene, qui, riprendendo ed elaborando lo studio dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’ Università , “Primo rapporto trimestrale sulle aree settentrionali, per la presidenza della Commissione parlamentare antimafia, 2014”, Bankitalia analizza la distribuzione territoriale e settoriale e gli effetti economici della penetrazione delle mafie – in particolare la ‘ndrangheta – nel centro nord.
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