di Edoardo Anziano e Koen Voskuil. Pubblicato su Irpimedia il 27 novembre 2024.

I loro nomi appaiono insieme in un atto notarile di Dubai. Comincia da qui una storia che svela gli affari immobiliari segreti del figlio dell’emiro Al Maktoum e di uno dei più importanti narcotrafficanti d’Italia: Raffaele Imperiale.

Dubai, Emirati Arabi Uniti, 16 novembre 2015. Di fronte a un notaio nel quartiere residenziale di Al Barsha, nella zona ovest della città, due uomini firmano un contratto che sancisce una cessione di quote societarie.

L’azienda immobiliare AA Real Estate and Development ha un nuovo socio di maggioranza: «sua altezza» Marwan Al Maktoum, figlio del sovrano di Dubai, l’emiro Mohammed Al Maktoum. A trasferirgli il 51% delle proprie partecipazioni è un altro cittadino emiratino, tale Atif Ahmed Karrani, che però quel giorno non è presente. A rendere quel fatto straordinario è proprio il nome di chi lo rappresenta: Raffaele Imperiale, di professione broker della droga, oggi collaboratore di giustizia in Italia.

A Dubai, un rappresentante può essere qualunque cittadino con più di 21 anni senza impedimenti legali, a cui è stata assegnata una procura. Allora perché Karrani ha scelto proprio Imperiale? Perché il narcotrafficante è parte dell’affare, anche se all’epoca, formalmente, era già uscito dalla compagine societaria. Lo suggerisce il passato della società immobiliare: AA Real Estate è stata fondata nel 2013 proprio da Imperiale, che ne è stato anche il presidente del consiglio di amministrazione. Karrani, un ex manager del catasto di Dubai, è stato invece il suo “sponsor”.

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