a cura di Francesco Marzano, Cristina Giordano e Daniela Nosari. Pubblicato su WDR il 24 aprile 2025.
Baden-Württemberg e Calabria al centro dell’ultima grande retata contro la ‘ndrangheta fra Italia e Germania: i dettagli da Cristina Giordano con uno sguardo al maxi-processo fra Duisburg e Düsseldorf e ai piani della politica per contrastare la criminalità organizzata in Germania. Con Giovanni Tizian, giornalista esperto di mafie, parliamo di cosa sta facendo e cosa non sta facendo il governo Meloni per combattere le mafie in Italia, fra proclami e realtà.
Operazione “Boreas”
L’operazione denominata “Boreas” è un’operazione di polizia coordinata tra Italia e Germania che ha impegnato 350 poliziotti il 1 aprile 2025. In totale sono state arrestate 29 persone, di cui 19 in Italia nelle province di Cosenza e Crotone, e 10 in Germania, tra cui un poliziotto tedesco di Aalen che avrebbe avuto contatti diretti con uomini dei clan, rivelando segreti d’ufficio.
La polizia tedesca si è concentrata soprattutto sul Baden-Württemberg, dove sono stati perquisiti immobili nelle città di Stoccarda, e nei comuni limitrofi come Fellbach, Weinstadt, Rudersberg, Waiblingen Schorndorf, Steinheim/Murr, Kuppenheim, Mühlacker, Kernen im Remstal.
Ma le indagini in Germania si sono svolte anche in Renania-Palatinato, nel Saarland e in Nordreno-Vestfalia. Sono state sequestrate armi, munizioni, computer, documenti e denaro contante. Si tratta di un’operazione supportata da Interpol I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta). Un ramo di Interpol nato nel 2020 e specializzato proprio nelle indagini sulla rete internazionale di ‘ndrangheta, che al di fuori dell’Italia spesso riesce a restare sottotraccia.
Quali affari fanno i clan in Germania?
Le cosche colpite dall’operazione “Boreas” sono quelle dei Greco di Cariati in provincia di Cosenza e dei Farao-Marincola di Cirò Marina, Crotone, e sarebbero radicate in Germania già dalla fine degli anni ’70.
I reati individuati nel corso dell’indagine comprendono la costituzione e il sostegno di un’organizzazione criminale straniera, la ‘ndrangheta, incendio doloso, divulgazione di informazioni riservate, traffico di droga, riciclaggio di denaro e tentato omicidio.
Uno dei pilastri del business identificato in quest’indagine sarebbe il riciclaggio attraverso le intestazioni di beni fittizi e l’estorsione con un metodo di pizzo già emerso in altre indagini passate. Ai ristoratori italiani in Germania verrebbe imposto l’acquisto di merci.
Nello specifico l’accusa è frode con prodotti alimentari di alto valore, come formaggi e olio d’oliva pregiati, e attrezzature da cucina per la produzione di pizza. Prodotti ordinati tramite una società fittizia, che non pagava le fatture. La merce veniva poi venduta tramite un’altra società a ristoranti italiani di Stoccarda e dintorni, che subivano pressioni per acquistare i prodotti ed evitare intimidazioni.
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