Pubblicato su Il Resto del Carlino il 14 febbraio 2024.
Nuovo filone dell’inchiesta della Dda di Bologna. Tra i componenti assolti, un 41enne residente a Punta Marina ora deve rispondere di detenzione di immagini di sesso con minorenni.
La mafia nigeriana ha propaggini ravennati. Vive infatti a Punta Marina il 41enne Uyi Agbonlahor, esponente del gruppo già smantellato dopo che un affiliato aveva iniziato a collaborare con le forze dell’ordine, nell’ambito di un primo filone di inchiesta che nel 2020 aveva portato, a Bologna, a 14 condanne e 7 assoluzioni. Ad alcuni di questi, tra cui al ’ravennate’ – difeso dagli avvocati Francesco Furnari e Monica Miserocchi – sono state notificate nuove richieste di rinvio a giudizio con udienza preliminare già fissata davanti al Gup del tribunale di Bologna a metà marzo. Le accuse vanno, a vario titolo, dall’associazione di tipo mafioso, denominata Maphite, radicata in Nigeria ma in Italia ribattezzata ’Famiglia Vaticana’, con una cellula locale denominata Forum Emilia Romagna. Un’organizzazione – secondo le indagini della Dda – contrassegnata da scontri tra gruppi rivali per mantenere il predominio nell’ambito della comunità nigeriana, dedita agli stupefacenti, estorsioni e sfruttamento della prostituzione di connazionali. Ma per alcuni vi sono anche accuse di pedofilia e pedopornografia.
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