di Paolo Biondani. Pubblicato su L’Espresso il 28 agosto 2024.

Un grande villaggio turistico tra Sirmione e Desenzano. Una scuderia di cavalli. E altre aziende intestate a familiari. Secondo la Dia e il tribunale di Brescia, appartengono a un ricco costruttore diventato complice della ‘ndrangheta.

Otto società del Lago di Garda sono state commissariate per mafia dal tribunale di Brescia. Fanno tutte capo a un imprenditore del Nord che, secondo le indagini della Direzione investigativa antimafia (Dia), avrebbe stretto da diversi anni rapporti di complicità con i clan della ‘ndrangheta radicati tra Crotone e Cutro, che avrebbe continuato a favorire anche negli ultimi mesi. I giudici della sezione misure di prevenzione hanno quindi revocato gli attuali dirigenti e nominato tre amministratori giudiziari, chiamati a gestire per almeno un anno le società sotto accusa, per troncare i legami d’affari con i presunti boss mafiosi e riportarle alla legalità. Le aziende colpite dal provvedimento giudiziario hanno ricavi complessivi per oltre 15 milioni di euro all’anno e controllano in particolare un grande villaggio turistico con piscine, bar e ristoranti fra Sirmione e Desenzano, una scuderia di cavalli in provincia di Mantova, diverse imprese di costruzioni, società immobiliari e cave di estrazione di materiale per l’edilizia.

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