Il giornalista riporta l’agenzia di stampa e – quando va bene – qualche stralcio dell’ordinanza di custodia cautelare. I discorsi si aprono e si chiudono a citazioni, fuori contesto e a volte anche di dubbia attribuzione. Le parole girano sulle bocche e sui profili di chiunque, come se fosse indifferente il contesto nel quale sono spuntate per la prima volta.
Insomma, nell’era dei retweet e del condividi (magari senza neanche aprire il link), trovare chi produce contenuti originali è una rarità. Identificare la fonte che ha prodotto quella notizia o quel racconto, quasi impossibile.
Nel tempo in cui il tempo sembra non essere mai abbastanza, in cui l’attenzione rimane fissa tanto quanto basta perchè il dito torni a scorrere verso l’alto sullo schermo del cellulare, abbiamo voluto fare una cosa semplice.
Alzare la cornetta del telefono, sederci di fronte ad un caffè e chiacchierare con alcune persone che – secondo noi – di cose originali da raccontare ne hanno. Cose originali, perchè nascono da teste pensanti e cuori funzionanti, messi a reazione con problemi di luoghi reali e di momenti storici precisi.
Questi incontri non li vogliamo tenere per noi. E allora abbiamo pensato di lanciare su Mafie sotto casa una rubrica: da questa settimana in poi, ogni mese, un’intervista, una persona, un incontro.
Venerdì inizia il nostro viaggio #microfonoinmano, e inizia dalla Puglia. L’invito è quello di prendersi il tempo di ascoltare una storia dalla voce di chi l’ha tessuta. La tela che si forma, una parola dopo l’altra, è un pezzo unico, prezioso e insostituibile come solo una storia raccontata bene sa essere.
A venerdì allora e, per oggi, buon lunedì di inizi e cose nuove!