Pubblicato su Huffington post il 12/03/2021
Operazione “Perseverance” contro la ’ndrangheta in Emilia Romagna. Sono state disposte sette custodie in carcere, due domiciliari e una misura interdittiva, disposte dal Gip di Bologna su richiesta della Dda.
L’accusa è associazione di tipo mafioso finalizzata, tra l’altro, all’attività di recupero credito di natura estorsiva e al trasferimento fraudolento di valori mediante l’attribuzione fittizia della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, o di agevolare la commissione di riciclaggio e di reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, anche tramite falsità ideologiche in atti pubblici commesse da pubblici ufficiali e da privati. Effettuate 35 perquisizioni nelle province di Reggio Emilia, Modena, Ancona, Parma, Crotone, Milano, Prato, Pistoia e Latina. Sono 29 gli indagati, tutti italiani.
In una registrazione del novembre 2019, tra Giuseppe Friyo, Domenico Cordua – due degli indagati – e un terzo uomo si sente progettare un’azione violenta contro una donna: “Ragazzi c’è da fare una lavorettino, se vi interessa eh (…) c’è da picchiare una donna…”, dice Cordua. Risposta: “E che dobbiamo fare? Dobbiamo darle dei pugni?”. Cordua: “La mandate in ospedale…o le buttate un po’ di acido sulla faccia”. E ancora: “Dev’essere sfregiata?”. “Bravo, solo la faccia però. Le butti l’acido addosso e te ne vai”.
Gli interlocutori di Cordua, sottolinea il Gip Alberto Ziroldi nell’ordinanza con cui ha disposto dieci misure cautelari, pur evidenziando alcuni dubbi, si dimostrano interessati al punto di informarsi sull’eventuale compenso e di richiedere altre informazioni sul bersaglio e il luogo dove poter compiere l’azione.
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