di Lucio Musolino. Pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 10 febbraio 2018.
Bisognerà attendere le motivazioni della sentenza “Alchemia” per capire quanto, secondo il giudice, le cosche hanno colonizzato la regione del nord Italia. Intanto, però, leggendo il dispositivo di sentenza l’infiltrazione delle famiglie mafiose calabresi è l’aspetto più importante della decisione presa dal Tribunale.
La ‘ndrangheta esiste in Liguria. Bisognerà attendere le motivazioni della sentenza “Alchemia” per capire quanto, secondo il gup di Reggio Calabria, Olga Tarzia, le cosche hanno colonizzato la regione del nord Italia. Intanto, però, leggendo il dispositivo di sentenza l’infiltrazione delle famiglie mafiose calabresi in Liguria è l’aspetto più importante della decisione presa dal Tribunale di Reggio Calabria davanti al quale si è concluso, in primo grado, il processo per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato.
Regge, in sostanza, l’accusa rappresentata in aula dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Roberto Di Palma e dal procuratore vicario Gaetano Paci. Sei condanne e sei assoluzioni. Il gup ha inflitto 8 anni di carcere agli imputati Pietro Giovanni Barone, Massimiliano Corsetti, Pietro Pirrello e Antonio Raso (classe 1988). Una pena più pesante, 8 anni e 8 mesi di reclusione, invece, per Adolfo Barone e Fabrizio Accame. Tranne Corsetti, accusato di concorso esterno con la ‘ndrangheta, gli altri sono stati condannati per un’associazione mafiosa, costituita dalle cosche Raso-Gullace-Albanese e Gagliostro-Parrello, operante tanto nella Piana di Gioia Tauro quanto in Liguria.
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