di Rosy Battaglia. Pubblicato su Valori il 15 aprile 2019.
Le mani del crimine organizzato su logistica e autotrasporti si riflettono sui prezzi finali degli alimenti. Ottimi profitti, pochissimi controlli.
Come è possibile che i produttori agricoli vengano spesso pagati una miseria per i loro prodotti eppure, arrivando sui banchi dei mercati, il prezzo di frutta e verdura sia nel frattempo triplicato? Colpa delle storture della filiera di distribuzione ma non solo. C’è anche una questione di illegalità e di criminalità organizzata: mafia, camorra e ‘ndragheta hanno infatti messo le proprie mani, pesantemente, sulla logistica e sul trasporto dell’ortofrutta. Così il cibo fresco che arriva sulle nostre tavole diventa pretesto per il riciclaggio di denaro sporco e per coprire affari illeciti come il traffico di droga e rifiuti.
Il monopolio della criminalità nell’autotrasporto
Anche dopo gli arresti e le grandi inchieste giudiziarie che hanno svelato gli accordi tra il clan dei Casalesi e Cosa nostra, continua imperterrito, infatti, il controllo della criminalità organizzata sui più importanti mercati ortofrutticoli d’Italia e d’Europa: da Fondi, a Vittoria, fino a Milano, oggetto delle attenzioni della famiglia ndranghetista dei Piromalli di Gioia Tauro. Il peso della criminalità organizzata è ancora più forte nella gestione, praticamente in regime di monopolio, degli autotrasporti, uno dei settori trainanti della nostra economia, con oltre un milione di addetti, costituito per il 48% da imprese di piccole e medie dimensioni. La denuncia parte dall’ultimo rapporto sulle Agromafie di Fondazione Coldiretti ed Eurispes, dalle relazioni della Direzione Investigativa Antimafia e dal sociologo Marco Omizzolo.
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