di Paolo Bonacini. Pubblicato il 21 gennaio 2024 su Il Fatto Quotidiano.
L’INTERVISTA – Calogero Gaetano Paci, da un anno e mezzo procuratore capo della città del processo Aemilia: “I flussi in entrata delle notizie di reato in materia economica che ci arrivano non lasciano dubbi: negli ultimi cinque anni si è avuto un incremento costante”. E ricorda come nel suo territorio si è registrato il record d’interdittive antimafia.
Il “territorio di Reggio continua a essere il centro di riferimento per il nord della criminalità organizzata”. E Reggio non è Reggio Calabria ma Reggio Emilia. A sostenerlo è Calogero Gaetano Paci, da un anno e mezzo procuratore capo della città del processo Aemilia, il più grande procedimento contro la ‘ndrangheta nel nord Italia. “Anche dopo Aemilia questo territorio continua a essere il centro di riferimento per il nord della criminalità organizzata“, spiega il magistrato, siciliano d’origine, che in passato è stato pm a Palermo e procuratore aggiunto dell’altra Reggio, in Calabria.
Esperto investigatore antimafia, Paci analizza la situazione criminale del suo territorio ragionando sui dati finanziari. “I flussi in entrata delle notizie di reato in materia economica che ci arrivano non lasciano dubbi: negli ultimi cinque anni si è avuto un incremento costante e solo nell’ultimo anno il balzo in avanti è stato di quasi il 70% rispetto all’anno precedente”, spiega il magistrato durante una lunga intervista, che comparirà nel nuovo Rapporto di LAW, l’Osservatorio promosso dalla Cgil dell’Emilia-Romagna per il contrasto alla criminalità organizzata e allo sfruttamento del lavoro.
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