Pubblicato il 4 ottobre 2017 su Il Resto del Carlino.
È Salvatore Muto, di recente condannato a 18 anni dal tribunale di Brescia, ritenuto uno punti di riferimento della cosca reggiana
Reggio Emilia, 4 ottobre 2017 – Nel processo di ‘Ndrangheta Aemilia in corso a Reggio Emilia c’è un nuovo pentito . È Salvatore Muto, di recente condannato a 18 anni dal tribunale di Brescia. Ha 50 anni ed è residente in provincia di Cremona. Negli atti delle inchieste è descritto come uomo al servizio di Francesco Lamanna, personaggio vicino a Nicolino Grande Aracri e ritenuto uno dei punti di riferimento della cosca reggiana.
Da ieri Muto avrebbe deciso di collaborare con la giustizia e per questo è stato trasferito in una località segreta, dove metterà a verbale il suo racconto.
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Il commento – Dopo Giuseppe Giglio, definito dai giudici non come imprenditore colluso ma come imprenditore mafioso, e dopo Antonio Valerio, che in queste settimane sta raccontando alla Corte tutte le dinamiche interne all’ala militare e affaristica della cosca, è subentrato l’ennesimo pentito all’interno del maxiprocesso. Attraverso le parole di Giglio e Valerio sono emersi numerosi elementi che andrebbero a rafforzare l’impianto accusatorio, che già ha retto bene ai primi due gradi di giudizio del rito abbreviato. Bisogna capire il perché, però. Se, come detto e provato, sul banco degli imputati non vi è una cosca, ma un sistema criminale che ha avuto per trent’anni il clan Grande Aracri come punto centrale, bisogna comprendere adesso cosa questi pentiti ci vogliano dire. Già dalle prime udienze, in aula, gran parte degli imputati ha lanciato segnali, attraverso dichiarazioni e atteggiamenti, in relazione al fatto di voler vedere su quel banco degli imputati anche tutti coloro che di loro si sono serviti per più di trent’anni generando non solo un circuito criminale fatto di intimidazioni e usure, ma anche e soprattutto dando vita ad un’economia illegale attraverso il meccanismo delle frodi carosello, delle false fatturazioni e, soprattutto, attraverso appalti e subappalti truccati. O tutti o nessuno, pare.