Pubblicato su La Gazzetta di Modena il 5 maggio 2018.
Castelvetro. La Corvino Antonio esclusa dalla white list Il titolare “paga” la parentela con alcuni operai vicini ai clan.
CASTELVETRO. Oltre quattro anni dopo la richiesta di iscrizione alla white list prefettizia per “confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e bitume”, l’impresa “Corvino Antonio” si è vista rigettare la domanda. Stando agli accertamenti effettuati dal Gruppo Interforze, che vede la presenza di tutte le forze dell’ordine in un unico tavolo operativo, l’azienda è risultata a rischio condizionamenti malavitosi. Il titolare, pur risultando “pulito” come decretano anche gli investigatori, sconta la presenza di alcuni dipendenti che hanno un passato fatto di contiguità con la criminalità organizzata o già protagonisti di episodi sospetti. Un curriculum criminale tale da poter condizionare la governance dell’attività di Castelvetro, come ha sostenuto il Prefetto Maria Patrizia Paba, che ha firmato il provvedimento.
La “Corvino Antonio” nasce nel 2011 e nel tempo ha impiegato almeno tre persone a rischio. Si tratta di parenti che in passato vennero arrestati. Quello più preoccupante, anche stando alle informative redatte da carabinieri e Guardia di finanza, è Tammaro Corvino, zio dell’imprenditore. Il 51enne, che vive nel Modenese, venne arrestato a Casal di Principe una decina di anni fa con le accuse di associazione per delinquere di stampo mafioso e tentata estorsione in concorso. È considerato un affiliato del clan “Tavoletta” che opera nella zona di Villa Literno (Caserta).
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