Ma i veri business si erano spostati al Nord, “puliti” e remunerativi. Le infiltrazioni della Stidda erano arrivate anche in Lombardia, in provincia di Brescia, dove il gruppo locale aveva inquinato – secondo la ricostruzione della procura – diversi settori economici attraverso la commercializzazione di crediti d’imposta fittizi per decine di milioni di euro. La Stidda, nella sua versione settentrionale, pur mantenendo le modalità mafiose, si è dimostrata capace di una vera e propria ‘metamorfosi evolutiva’, sostituendo ai reati tradizionali nuovi business, utilizzando quale anello di congiunzione tra i mafiosi e gli imprenditori i colletti bianchi, i quali individuavano tra i loro clienti (disseminati principalmente tra Piemonte, Lombardia, Toscana, ma anche nel Lazio, Calabria, Sicilia) quelli disponibili al risparmio facile.
Pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” il 26.09.2019
Cinquecento uomini armati erano pronti a scatenare una nuova guerra di mafia, dopo quella persa negli anni Ottanta contro la Cosa Nostra di Totò Riina. È quanto ritengono di aver accertato Guardia di finanza, squadra mobile e il Servizio centrale operativo della polizia in due diverse inchieste sulla Stidda che ha portato questa mattina a 104 arresti e sequestri per 35 milioni di euro tra la provincia nissena e il Bresciano. Due gruppi distinti – hanno spiegato le procure di Caltanissetta e Brescia – con quello attivo in Lombardia che aveva rigettato il tentativo di “abbordaggio” della frangia siciliana e firmato una pax mafiosa perché, dicevano intercettati, “la guerra non porta a niente, mentre la pace porta a qualcosa”.