Pubblicato su La Pressa il 12 giugno 2018.

Anche la Regione Emilia-Romagna è preoccupata per il possibile annullamento delle udienze del processo Aemilia. Bisogna ‘capire dov’è il confine, dove finisce il diritto alla difesa e il diritto di sciopero’.

Anche la Regione Emilia-Romagna è preoccupata per il possibile annullamento delle udienze del processo Aemilia celebrate dal maggio del 2017. ‘Non possiamo vanificare un anno di lavoro fatto’, dichiara parlando con la ‘Dire’ l’assessore regionale alle Politiche per la legalita’, Massimo Mezzetti, oggi a margine di una conferenza stampa a Bologna.
‘E’ un terreno complicato e delicato, perchè si mette in discussione il diritto alla difesa che e’ sacrosanto- commenta Mezzetti- cosi’ come e’ sacrosanto il diritto allo sciopero’.
Però bisogna ‘capire dov’e’ il confine, dove finisce il diritto alla difesa e il diritto di sciopero- continua l’assessore di viale Aldo Moro- e dove inizia l’uso strumentale di questi per stravolgere l’esito di un processo importante e quindi, la dico provocatoriamente, dove finisce il diritto alla difesa e dove inizia la complicita”. Proprio ieri, tra l’altro, il Pd in Regione ha annunciato la presentazione di un’interrogazione sul tema. ‘Noi non possiamo intraprendere iniziative- anticipa la risposta Mezzetti- se non quella di auspicare che l’esito in Corte costituzionale, che il 4 luglio sara’ chiamata a decidere, tenga ben conto che questo e’ il piu’ importante processo di mafia al nord e che non possiamo vanificare un anno di lavoro fatto’. Quindi, per Mezzetti, sarebbe opportuno ‘eventualmente intervenire su quella singola udienza che ha violato il diritto ma non mettere in discussione un intero anno di lavoro’. Se invece andasse proprio cosi’, cioe’ scattasse l’annullamento di 12 mesi di udienze, sarebbe ‘grave- teme Mezzetti- perche’ si allungano anche tutti i tempi’, con il rischio di cadere nella ‘tagliola’ della prescrizione.

Per continuare a leggere, clicca qui.