Tra i beni confiscati, sparsi nelle province di Reggio Emilia, Modena, Parma, Perugia e Crotone, figurano oltre 40 immobili tra terreni e fabbricati, numerosi autoveicoli, denaro, quote societarie e compendi aziendali, oltre a imprese estere e conti bancari in Bulgaria e Romania, per i quali è stato attivato un canale di cooperazione giudiziaria con le autorità locali.
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