E’ passata ormai una settimana dall’arresto di uno dei latitanti più ricercati del nostro Paese, Matteo Messina Denaro, uno degli ultimi esponenti della stagione stragista di Cosa Nostra. I giorni seguenti la cattura, ogni mattina, abbiamo letto della scoperta dei suoi covi che, a quanto pare, non erano nulla di diverso che abitazioni all’interno del paese in cui risiedeva.

Ferma restando la gioia per l’arresto, dopo quasi una settimana abbiamo provato a mettere in fila alcuni dubbi e considerazioni che restano aperti:

1. Matteo Messina Denaro è stato arrestato esattamente 30 anni dopo Totò Riina, palesemente “venduto” dall’ala capeggiata da Provenzano in quanto non più funzionale agli interessi dell’organizzazione, in quanto era ormai chiaro che da un lato bombe e omicidi fanno innalzare il livello di repressione e allarme sociale, dall’altro lato soldi e affari permettono alla mafia di arricchirsi e agire indisturbata. Come si colloca, all’interno delle dinamiche interne a Cosa Nostra, l’arresto di Matteo Messina Denaro?

2. La sua cattura genera un vuoto enorme al comando di Cosa Nostra. Fortemente criticato da Riina in quanto Matteo Messina Denaro si sarebbe, in questi anni, disinteressato di “risolvere le questioni”, ovvero dare una mano ai mafiosi in carcere tra cui anche i suoi familiari. Chi prenderà adesso il suo posto?

3. Da molte parti si auspica una collaborazione di Messina Denaro. Se parlasse farebbe venir giù mezza Italia. Piuttosto ci piacerebbe sapere quando emergerà un vero e proprio “pentito” di Stato, protagonista tanto quanto Cosa Nostra dei più importanti avvenimenti stragisti e affaristi degli ultimi quarant’anni?

4. Stiamo vivendo giornate storiche, questo è evidente. Ma la storia, appunto, ci insegna che grandi catture scaturiscono da grandi trattative. Catturato? Venduto? Costituitosi? Per ora l’unico dato certo sono i trent’anni di latitanza passati comodamente “sotto casa”. Poco male per u siccu.

5. Si può parlare di “vittoria dello Stato e di una (fantomatica, ndr) legalità” a fronte di una latitanza durata tre decenni grazie a connivenze ad ogni livello, anche istituzionali?

6. Sciacallaggio. Non è solo quello messo in atto dalla Meloni che si reca a Palermo o dal governo che si intesta questa partita. É anche quello messo in atto da coloro che utilizzano la lotta alla mafia quando fa notizia, salvo poi rinchiudersi nelle proprie stanze quando c’è bisogno di farla, sta benedetta militanza antimafia. Tutti i giorni.

7. Già tre cosiddetti “covi” scoperti, giorno dopo giorno, e all’interno la cronaca parla di “scatole vuote” e poco altro, come se qualcuno abbia svuotato i luoghi in cui Matteo Messina Denaro viveva (lo dicono le stesse fonti stampa). Dove sono finiti i segreti che il boss teneva con sé? In che mani?